“Sbarco a Milano” di Velasco Vitali – Mostra

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Light Designer: Alexander Bellman Service: New Light - Luca Broggi Sito Web: www.velascovitali.com Coemar illumina l'arte di Velasco Vitali Dopo aver vinto il prestigioso premio per l'innovazione alla fiera Plasa di Londra lo scorso settembre e il premio per la creatività a Las Vegas a fine ottobre, i proiettori LED Reflection di Coemar sono stati scelti per illuminare la mostra di Velasco Vitali “Sbarco a Milano” a Palazzo Reale di Milano, dal 13 novembre al 3 dicembre 2010. La mostra è stata anticipata da uno studio approfondito dell’illuminazione e da un successivo progetto tecnologico dell'architetto Alexander Bellman. Il percorso della mostra, che culmina con le sculture canine di Vitali, mostra concretamente le caratteristiche rivoluzionarie e le potenzialità che Coemar ha implementato nei suoi proiettori basati sulla tecnologia LED: una luce di straordinaria morbidezza, con una gamma completa dei bianchi e la totale assenza di pixel e di ombre multiple. Questo risultato è ottenuto tramite la concentrazione della luce dei LED su una superficie riflettente, che crea un fascio uniforme. Inoltre, Reflection consuma solo 190 W alla sua massima potenza luminosa, garantendo un grande risparmio energetico dal punto di vista ambientale. Il "riflesso" – ispirato a uno dei più classici prodotti Coemar degli anni '70 – è diventato un punto di svolta nell'illuminazione, non solo per il settore dell'intrattenimento (a cui Coemar si dedica fino dal 1933) ma anche nel mondo dell'arte e dell'architettura, dove i concetti di luce, creatività e innovazione sono fondamentali. La luce nel progetto di allestimento della mostra "Sbarco a Milano" di Velasco Vitali Alexander Bellman – light designer della mostra a Palazzo Reale dal 13 novembre al 3 dicembre 2010 – spiega il suo progetto. “Si parla spesso di lighting design come di una disciplina che deve partire dalla ricerca del non-fisico, dell'immateriale. Si fa quindi riferimento a concetti di virtualità (con diversi gradi di precisione), si parla di sprazzi di luce eterei, impalpabili, e si annulla consapevolmente l'importanza giocata dalla luce e dalla sostanza nella nostra percezione visiva. Ora, se è vero che la luce rivela e svela la sostanza, è vero anche il contrario; in altre parole, è la sostanza stessa a dare forma alla luce. Perché allora non rinnovare il metodo classico, almeno dal punto di vista progettuale, facendo finta che i fasci di luce possano essere scolpiti, plasmati e trattati come forme tangibili, quasi fossero una "sostanza" da confrontare con le opere di Velasco? È questo il concetto alla base del progetto: concepire la luce come parte "fisica" dell'installazione. Di conseguenza, essa deve risultare evidente, presente e densa. Bisogna smettere di pensare che l'ombra non sia qualcosa di fisico, o che la sua non fisicità – interpretazione forse corretta dal punto di vista scientifico – sia una caratteristica del progetto. È necessario prendere atto che un'illuminazione inadeguata può distruggere un'opera artistica, proprio come un taglio sulla tela o un colpo di martello su una scultura. Ecco perché la collaborazione di Coemar è fondamentale. Per l’esposizione, l’azienda ha fornito Reflection, una serie di proiettori LED all'avanguardia che, grazie a un sistema di riflessione interna, creano un controllo dell'illuminazione molto raffinato sia dal punto di vista della temperatura del colore bianco che del grado di intensità. La "strada di luce" che i cani di Velasco percorrono nelle varie stanze del Palazzo Reale crea un contrasto con l'illuminazione "industriale" che inonda i dipinti di 8 metri x 4. Ogni volta che il visitatore si ferma, o volge lo sguardo in un'altra direzione, si creano inaspettati effetti di controluce, intensificati in modo quasi impercettibile dai proiettori Reflection nascosti, per cui i cani che non fanno parte del percorso ufficiale – ma che occupano e quasi invadono le stanze – emergono in un secondo momento. Nelle stanze più sfarzose ho fatto uso di specchi, oro, marmi e tessuti per creare riflessi giocando sul contrasto con la semplicità dei materiali utilizzati per i cani di Velasco – ferro grezzo, lamiera, cemento e catrame.”
  • Alexander Bellman
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